Piazza e Vicolo Scanderberg (R. II - Trevi) (Il vicolo: da via del Lavatore a via della Dataria passando per la Piazza, dove converge anche il vicolo dei Modelli)
Il vicolo segue la piazza, che ha il nome di Scanderberg [1], da Giorgio Castriota principe di Albania, che ebbe l'attributo "Iskander” dai turchi, i quali, per il suo valore, lo paragonavano ad Alessandro Magno.
È sulla Piazza, in quella casa che ha il suo ritratto sul portone, che egli abitò quando venne a Roma a chiedere aiuti a Paolo II (Pietro Barbo - 1464-1471), come dice una cronaca: "12 dicembre 1466 - Scanderberg è giunto qui venerdì et incontro li foran mandate le famiglie de’ Cardinali. È homo molto de tempo, passa li 60 anni; con pochi cavalli è venuto e da povero homo; sento vorrà sussidio".
Il Castriota (1403-1467) ripartì nella primavera del 1467 con danari [2], tocco e spada [3] (lavorata dall’orafo del papa), donati gli uni e imposti gli altri dal Pontefice, quale valorosissimo difensore del cristianesimo.
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[1] ) Da lui gli Albanesi furono detti "shqiptar” (portatori dell’aquila).
[2] ) Ebbe 3000 ducati e le credenziali presso tutti i principi cristiani. Il Papa gli aveva offerto per il suo soggiorno il palazzo San Marco (Venezia), ma egli preferì dimorare presso un epirota che importava vini a mezzo velieri, ed abitava in "Trejo” alle falde del "collis Quirinalis”.
[3] ) “Pilus et ensis”. Il cappello che insieme ad uno spadone splendidamente ornato erano benedetti e mandati in dono dai Pontefici ai principi cristiani o ai capitani che strenuamente avevano combattuto e combattevano per la Fede. Lo spadone era impropriamente chiamato “stocco”, pur non avendo alcuna somiglianza con questo.
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